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  • 26/11/2018

Diventare Food Blogger: intervista a Benedetta Jasmine Guetta

Benedetta Jasmine Guetta

Diventare Food Blogger: intervista a Benedetta Jasmine Guetta

Diventare Food Blogger: intervista a Benedetta Jasmine Guetta 423 577 Maria Carmela Tafuri

Benedetta Jasmine Guetta: intervista, Diventare food blogger

Ami cucinare? Desideri diventare un food Blogger? Sappi che non è impresa facile. Devi avere innanzitutto una forte passione in ciò che fai e tanta pazienza. Il termine food blogger fu usato per la prima volta nel 1997. Il primo blog di cucina virtuale in cui era possibile scambiare opinioni sui luoghi in cui andare a mangiare si chiamava “CHOW”, ed era un antenato di TripAdvisor. Con il passare degli anni numerosi sono i blog di cucina che sono stati creati e soprattutto negli ultimi anni si è verificata una crescita esponenziale del numero di food blogger presenti in rete.

I food blogger che sono riusciti ad emergere lo hanno fatto grazie alla loro passione per la cucina, alla loro originalità e alla loro professionalità.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare BENEDETTA JASMINE GUETTA , food blogger di professione, amante della cucina italiana, vegetariana ma soprattutto ebraica.

Leggi l’intervista che segue 🙂

1.Ciao Jasmine, parlaci di te e della tua passione per la cucina

Ciao , grazie di avermi invitata sulle vostre pagine.

Io mi chiamo Jasmine, ho 29 anni, ho studiato Lettere e lavorato per un bel po’ come Digital Marketing e E-Commerce Specialist. Nel lontano 2009 ho iniziato a scrivere di cucina e per molto tempo l’ho considerato solo un hobby, ma da ormai un anno scrivere e fotografare ricette è il mio lavoro a tempo pieno.

Benedetta Jasmine GuettaHo sempre amato cucinare: mia mamma è un’eccellente cuoca e da lei ho imparato tutto quello che so. In particolare, al di là delle ricette che mi ha insegnato, quello che credo mi abbia trasmesso è la convinzione che attraverso il cibo si possa esprimere l’affetto: sei triste? eccoti una torta; avresti bisogno di un abbraccio? ti ho fatto i tuoi biscotti preferiti; hai l’influenza? il brodo di pollo sobbolle già in pentola. Il nostro modo di volere bene alle persone è cucinare per loro.

2.Quando hai deciso di creare il tuo blog? Perché si chiama “LABNA”? Curi da sola il tuo sito web oppure collabori con altre persone amanti come te della cucina?

Labna è nato nel 2009 da un’iniziativa del mio socio Manuel, che lavora con me al blog, curandone la parte tecnica. Manuel fa il programmatore ed è il classico geek. Un giorno mi dice che ha comprato un dominio, perché Labna, che è il nome del suo piatto preferito, un formaggio cremoso a base di yogurt, era disponibile, e mi propone di usarlo per raccogliere le ricette che all’epoca insegnavamo ai nostri corsi di cucina.  Non avremmo mai immaginato che sarebbe diventato un blog piuttosto conosciuto e apprezzato – anche perché a quei tempi non c’erano tanti blog di cucina come adesso, ne esistevano pochissimi e ci si conosceva tutti praticamente per nome in Italia.

3.Hai anche una sezione dedicata alla cucina ebraica. Quali sono i piatti tipici ?

Quando abbiamo iniziato a scrivere su Labna come ti dicevo raccontavamo semplicemente le ricette che preparavamo ai nostri corsi di cucina: c’era un po’ di tutto, primi, secondi, dolci… quello che capitava. A un certo punto abbiamo parlato di cucina ebraica, un tema che per noi è “scontato” perché siamo entrambi ebrei e la cucina ebraica per noi è la cucina di casa, insieme a quella italiana, e i nostri lettori sono impazziti: c’era un interesse fortissimo, una curiosità verso una cultura percepita come affascinante e sconosciuta che non ci aspettavamo. Così il tema ebraico si è fatto molto spazio sul sito, e oggi siamo l’unico blog in Italia dedicato alla cucina ebraica e kasher.

E’ complicato spiegare quali sono i piatti tipici della cucina ebraica, perché la cucina ebraica assume sfumature diverse a seconda della posizione geografica di chi la prepara. C’è la cucina ebraica italiana (completa di sfumature regionali), quella americana, quella mediorientale, quella cosiddetta ashkenazita cioè dell’Europa dell’Est… gli ebrei sono sparsi in tutto il mondo e in ciascuna località hanno creato una propria cucina. Quello che accomuna le varie tradizioni all’interno della cucina ebraica e al di là delle variabili geografiche è l’adesione alle leggi della kashrut, le norme alimentari dell’ebraismo.

In ogni caso, per citare qualche piatto, in Italia ad esempio puoi pensare ai carciofi alla giudia a Roma o alle sarde in saor in Veneto (sì, è una ricetta ebraica, giuro, molto prima che veneta!); per l’America i classici bagel, il brisket, la babka… in ogni angolo del mondo gli ebrei hanno i loro piatti tipici, e li tramandano di generazione in generazione.

4.Qual è la tua ricetta preferita?

E’ sempre difficile scegliere una ricetta preferita ma se dovessi proprio eleggerne una direi la challah. La challah è il tipico pane dello Shabbat, cioè il venerdì sera, che è un momento della settimana molto speciale per gli ebrei. All’inizio di Shabbat, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera, il kiddush, in cui si rende grazie a Dio di aver creato il mondo e di essersi riposato nel settimo giorno; durante il kiddush si benedicono il vino e il pane, la challah appunto. La challah è un pane a forma di treccia molto simile al pain brioche, ma è un po’ meno dolce e più compatto e non contiene latticini. Io la preparo ogni settimana e non mi stanco mai di mangiarla.

5.Sul tuo blog pubblichi spesso ricette vegetariane. Qual è il tuo piatto preferito?

Sono stata vegetariana per molti anni, per questo il blog è stato per un po’ vegetariano come me, se così si può dire. Tra le mie ricette veggie preferite c’è il ragù di lenticchie: non ha niente da invidiare al ragù di carne, ve lo prometto!

6.Come si svolge la tua giornata da food blogger?

La giornata della food blogger (che poi, nel mio caso, è più food writer e food photographer) include, beh, ovviamente molto lavoro in cucina e… in balcone! Mi piace fotografare con la luce naturale quindi anche quando fuori si gela, come in questi giorni, di solito mi si trova in balcone con la mia macchina fotografica e mille piatti, scodelle, posate, tovagliolini, intenta a organizzare il set per le foto.

Completata la parte creativa, c’è ovviamente anche la parte più complicata della gestione dei clienti, per non parlare dell’amministrazione, che non è proprio il mio forte, ma d’altronde, anche nei lavori più belli c’è sempre qualche compito più noioso da svolgere.

7.C’è competizione nel mondo delle food blogger? Come sei riuscita ad emergere? Quali consiglio ti senti di dare alle aspiranti food blogger?

C’è sicuramente molta competizione nel mondo delle food blogger. All’inizio non c’era, ma col passare degli anni e con l’aumentare dell’interesse del pubblico nel settore del food – sia offline che online – la competizione si è senz’altro moltiplicata. Noi siamo fortunati, perché siamo nati quando ancora non c’erano tanti blog e abbiamo un pubblico fedele che è cresciuto negli anni insieme a noi, e perché abbiamo un carattere molto chiaro e una “nicchia” – quella della cucina ebraica – nella quale siamo un’autorità riconosciuta. In tutta onestà però non raccomanderemmo a nessuno di aprire un blog, senza esperienza, domattina: lo spazio è poco, le aspettative sono alte, e se non si ha un talento enorme o una storia proprio speciale da raccontare si rischia di mettere un sacco di impegno e rimanere nel più completo anonimato.

8.Hai progetti per il futuro? Continuerai a pubblicare ricette sul tuo blog LABNA?

Labna ha una missione, quella di raccontare la cucina (e la cultura) ebraica: continueremo a pubblicare finché ci sarà qualcuno, fosse anche un lettore solo, interessato a leggerci.

Ringraziamo Jasmine per l’intervista e per il tempo dedicatoci! Se anche tu ami cucinare e vuoi creare un sito web contattaci all’indirizzo email commerciale@culturedigitalisviluppo.com , invece, sei una food blogger iscriviti a ZEPOLA e scopri come collaborare con i Brand nel settore che ami.

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